
Potrebbe essere il titolo di un novella: “Io, Milano ed il nuovo lockdown“, ma non è così. Non si tratta di un racconto, magari di fantasia, ma più semplicemente di un atto d’amore tra due vecchie amiche, che vivono un momento di difficoltà.
Perchè è dura, inutile girarci intorno, è dura!
La mia Milano è messa alla prova, ancora. Eppure la mia Milano è una signora ruvida, di quelle della borghesia bene che non le mandano a dire, perché lei se l’è guadagnato il diritto di dire ciò che pensa.
La mia Milano è arrabbiata, vede i suoi figli lottare nelle terapie intensive, perdere il sonno perché “non ghe son danee“; ma la mia Milano le lacrime le nasconde, che sono fatti privati. La mia Milano si stringe intorno a chi non ce la fa e, magari con un bel calcio nel sedere, lo tiene in careggiata.
La mia Milano oggi ti sfida, perché per essere suo, adesso le devi dare tutto, anche le tue maledizioni e devi rimboccarti le maniche. La mia Milano non ti permetterà di piangerti addosso perché lei ti chiede di più, sempre di più, e nel farlo ti rende migliore.
A Milano i milanesi, adottati come me o nativi, oggi possono rispondere solo : adesso mi invento qualcosa, ma ci sono, non mollo, io lotto.
IO LOTTO: in terapia intensiva, nei negozi chiusi, a casa. Io lotto e ci sono.
Perché tutti possono essere Milano, ma Milano non è per tutti e quindi eccoti il mio sorriso Milano, perché per le lacrime ora non c’è tempo.
